lunedì 26 aprile 2010

Taglio alberi ad Ardena

Riprendiamo dal blog di Legambiente. La lettera e' di un cittadino di Brusimpiano. Pe rle fotografie, cliccare qui

Buongiorno,

scrivo da Brusimpiano.

ho da poco chiamato il numero 1515 del corpo forestale dello stato per segnalare un taglio alberi anomalo all'interno della proprietà condominiale (molto grande e dalle caratteristiche boschive con bosco che arriva fino alla strada comunale).
Da tre giorni in Via Ferrari 29 (Brusimpiano frazione Ardena) all'interno dello stabile relativo e nel parco condominiale ad area boschiva, stanno tagliando alberi bellissimi (foto in allegato) e questa mattina stanno recuperando e portando via i resti. Ho chiamato il comune di Brusimpiano e mi hanno detto che il nuovo amministratore dello stabile ha fatto richiesta di abbattimento di 2 alberi. Ne hanno tagliati già 7 e completamente sani, bellissimi e molto grandi. Aggiungo che i condomini non erano a conoscenza di questa cosa. Faccio presente che ultimamente in questa località (Brusimpiano) pare diventato il miglior hobbie quello di tagliare i boschi ed alberi bellissimi...poi ci si domanda il motivo delle montagne che crollano sui paesi.
Ho fatto anche alcuni giorni fa un'altra segnalazione di tagli anomali in zone circostanti (boschi adiacenti alla strada comunale che da Brusimpiano paese conduce alla frazione Ardena).
Capisco l'utilità della legna ed il suo relativo valore ma è una grande sofferenza vedere abbattere alberi così belli. Gli alberi hanno una vita...e donano vita!! Sono stato chiamato poco fa dal Comandante del comando di zona e mi ha promesso un sopralluogo imminente. In allegato alcune emblematiche foto delle operazioni di taglio.
Grazie e cordiali saluti.

(Lettera firmata.)

giovedì 8 aprile 2010

Scempi pubblicitari: prendiamo esempio?

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Racconta come amministrazioni illuminate si siano ricordate che - tra gli svariati doveri che spettano a un amministratore locale - c'è anche la tutela del territorio che amministra e come i suddetti amministratori abbiano quindi deciso di interrompere l'eccidio paesaggistico perpetrato negli anni dei cartelloni pubblicitari. Come? Vietandoli definitivamente.
A Lavena Ponte Tresa si è timidamente cercato di regolamentare almeno la dimensione dei cartelloni pubblicitari, ma l'iniziativa sembra essere stata subito abbandonata.Nei comuni limitrofi, poi, sembra non esistere un limite alla capacità di infilare un altro, sproporzionato cartellone in spazi vuoti sempre più risicati. Si sa, la pubblicità è l'anima del commercio e l'idea di commercio "ad ogni costo" è un'ossessione senza cura dalle nostre parti, ormai da molti anni.
E così la pubblicità brutta non può che essere l'anima di un commercio che non punta più alla qualità del servizio offerto a pochi affezionati cliente ma alla quantità di clienti meteore che riesce a catturare.
E così gli automobilisti di passaggio nelle nostre strade sono bersagliati, assaliti dalla proposta di un ristorante cinese, poi da quella di un ristorante pizzeria, poi da quella di un sushi bar, intervallate - perché no - dalla proposta di un centro per il fai da te e di un negozio di abiti da sposa: il viaggiatore di passaggio non ha neppure il tempo di pensare a un suo bisogno, che il commercio locale già è in grado di soddisfarlo. E in questa offerta compulsiva i nostri scorci scompaiono e i nostri campanili sembrano appiattirsi per la vergogna di questa coabitazione forzata con il brutto.
L'ambiente in cui viviamo non è forse una ricchezza? Non solo per noi fortunati che in questo ambiente viviamo ma anche in una prospettiva più meramente economica, a patto di declinare finalmente in modo sensato la frase che riempie la bocca di tutti i nostri amministratori locali: sfruttamento del turismo. Allora, sfruttamento del turismo non deve per forza corrispondere a costruzione sproporzionata, a insegne luminose o a giostre chiassose. La qualità del turismo può stare anche nelle emozioni che un luogo è in grado di suscitare in chi lo visita; e sono quelle stesse emozioni a fare sì che il visitatore RITORNI nel luogo che è in grado di suscitarle. Questo tipo di qualità è più difficile, ma non impossibile, da misurare a priori, anche in termini economici. Tuttavia, zone come la Valtellina ci insegnano che la strada della qualità, anche se spesso è quella meno popolare, è quella che, alla fine, paga.