venerdì 31 dicembre 2010

Per chiudere in bellezza


(Foto prese oggi) Tempo fa avevamo descritto un sentiero che secondo noi va a buon diritto ritenuto una attrattiva non secondaria di Lavena, preoccupandoci del suo abbandono ("il sentiero del belvedere", post dell'1/6/09 qui) . Proprio di qui vengono, in chiusura d'anno, buone anche se minori notizie. Esse sono :
(1) gli indefessi "riqualificatori" che rendono, purtroppo, amari e ringhiosi i nostri post, quassu' per ora non si avventurano ...se ne restano al piano, per fortuna nostra , e per inclinazione loro.
(2) qualcosa si e' fatto per mantenere agibile il sentiero!!! Chiunque sia stato a spendere tempo e fatica, un sentito grazie. Il sentiero e' stato in gran parte ripulito da rami e tronchi caduti; la deviazione obbligata che ad un certo punto impone una salita breve ma faticosa senza traccia di sentiero ( v. la descrizione nel post sopraindicato) e' stata almeno segnalata , apponendo la indicazione "Marzio" ; il corrimano-parapetto del tratto finale e' stato in qualche misura riattato (foto piccola in alto).
Tuttavia rimane molto da fare. Ci appelliamo ai volenterosi, fra i quali iscriviamo senz'altro noi stessi .


giovedì 23 dicembre 2010

Curriculum

Questo post riassume una serie di interventi sul territorio di Lavena. L'elenco non include lavori o progetti di iniziativa privata, quali exBagatt ed exFilanda, e si limita ad opere meno imponenti, che sono state poste in atto dalla Amministrazione motu proprio; cosicche' esse compongono, alla scadenza del mandato, una specie di curriculum, che ora sta per trovare il suo coronamento in un atto finale, che nel modo e nello spirito ne costituisce la sintesi. Si tratta della riqualificazione del porto di Lavena sullo stretto, che ha gia' dato materia al post precedente e a vari interventi nei media.
Si puo' cominciare dall'assaggio che ha sconciato il prato fra la provinciale e la piazza Matteotti, forzandoci dentro una funerea piazzola-salotto nello stile del fildiferro , nella quale non si e' mai visto sedersi nessuno, neanche per sbaglio ; piu' una fontanella , che naturalm. non funziona. Poi sono arrivati gli annessi e connessi del "lotto 3" (v. post "Odissea a Lavena", qui), fra i quali troneggia il coso della foto sotto (v.post. "L'oggetto misterioso" qui). Siamo ancora qui a chiederci cosa sia mai, in nome di Dio, quell'incredibile deiezione di sassi e cemento scaricata li' davanti all'oratorio, con tanto di ringhiera. E' poi seguita l'ardita struttura di cavi e plastica simil-legno che si protende audacemente sugli insondabili abissi del Ceresio, fra il Cios e il fu-Lido (foto sopra). Quest'altro oggetto misterioso rappresenta un enigm ancora piu' indecifrabile ; xche' se per il girabacchino dell'Oratorio si puo' immaginare che l'artefice avesse in mente un fine ornamentale, cio' appare senz'altro impossibile per questa enigmatica pedana, fra l'altro gia' in via di precoce deterioramento. Unica certezza, l'avere deturpato un altro dei pochi praticelli rimasti in riva al lago. Ci sarebbe poi il fu parco Hirschorn (v. post "Relitti" qui) , cui la vegetazione fa da schermo misericordioso nella bella stagione, ma che a foglie cadute si rivela per quello che e', cioe' un magazzino di rigatteria urbanistica.
Di passaggio notiamo due caratteristiche ricorrenti in tutte queste performances : una fobica avversione per l'erba , e il tema ripetitivo fino alla nausea del palco/pulpito/tribuna. Pero' , a parte queste curiosita' , e' molto difficile ravvisare in questa serie di interventi una qualunque visione coerente - non piu' di quanta se ne possa trovare nella camera di un ragazzino capriccioso, disseminata di giocattoli inutili e costosi.


Ci si obbietta che , in fin dei conti, queste opere sono tutte firmate...qualche professionista, che sapra' il fatto suo, ci ha pur messo il suo avallo, no? Bella obiezione!...serve tutt'al piu' a ricordarci che di questi capolavori abbiamo pagato non solo l'esecuzione, ma perfino la concezione !! Bene, bravi, avanti cosi'. E poi, sulla pratica corrente dell'architettura il dibattito e' ormai aperto da tempo a livello globale , e diviene sempre piu' critico,
(v. post "Contro l'architettura" qui), ed essa ha ormai perduto il privilegio della autoreferenzialita' (v. nota sotto).
Poi si tira immancabilmente in ballo il rilancio turistico. Ma cosa c'entrano tutti questi orpelli con i turisti ?Davvero si crede che il "turista" sia per definizione un bamba, che attraversera' l'Europa per venire qui a rimirarsi un fontana da shopping center? (v.post "Modesta proposta..." qui). Possibile che non si vedano i veri ostacoli al rilancio turistico? la mancanza/inadeguatezza di servizi a Lavena, addirittura clamorosa sulla scala europea (trasporti, poste, farmacie, bancomat)...; la maleducazione degli indigeni -dall'abbandono sistematico di rifiuti dove capita, ai cagnacci lasciati liberi sul celebrato lungolago, alla faccia dei vistosi divieti- il tutto nella assoluta impunita' ; e per finire la cosa +grossa di tutte...un paese in riva al lago, che non perde occasione di vantare la propria vocazione turistica, si becca una ben meritata bandiera nera per come (n0n) si cura delle proprie acque (v.post "Bandiera nera" qui)!! Altro che "abbellimenti". Non faremmo meglio a lasciar perdere le cravatte ( o piuttosto le sveglie al collo) firmate, fin che abbiamo queste pezze al sedere?

Nota: autoreferenzialita' = la straordinaria pretesa che nessuno si azzardi a giudicare le opere degli architetti, se non e' architetto egli stesso.




lunedì 20 dicembre 2010

tocca allo stretto di Lavena

Ricevuto da GL Pozzi. Sullo stesso argomento: - Legambiente Ceresium qui; - articolo nella Prealpina di Sabato 18/12; - articolo in VareseNotizie 20/12 qui (segnalato da Paolo Ricciardi) - articolo in Varesenews 23/12 qui

Solo da un paio di settimane ho appreso del progetto “riqualificazione passeggiata golfo di Lavena Ponte Tresa” e solo da pochi giorni ho constatato che è stato preparata accanto ai campi da tennis una zona “cantiere” con tanto di transennamento. Purtroppo non so esattamente cosa si vuol indicare sotto la voce “riqualificazione” e quindi faccio un commento assolutamente privo di qualsiasi base concreta se non quella che la zona in parola è la parte più suggestiva di un “vecchio borgo” che si affaccia sul lago che, secondo logica, dovrebbe rimanere “visivamente” immutato. Incomincio dal fatto che ancora una volta in questo paese si fanno degli interventi che potrebbero dare un altro aspetto a una zona che da oltre cento anni non ha avuto cambiamenti e questo senza presentare preventivamente agli abitanti del luogo una documentazione visiva delle opere progettate.
Poi, memore di quanto è stato fatto sulla passeggiata attorno ai campi da tennis, ho il timore che ancora una volta si ricorrerà in modo massiccio a colate di cemento, all’uso di materiali “moderni e colorati” o ringhiere varie come quell’angolo “innominabile con inutile fontana” costruito davanti alla casa parrocchiale. Si lo so: bisogna essere moderni, si deve uscire dalle logiche di lasciare tutto immutato ecc. ecc. ma quando si vedono opere, costate soldi pubblici, che alla fine piacciono solo agli addetti ai lavori, mi si deve permettere di dire che forse lasciare tutto immutato è il male minore.
Ci sarebbe poi la necessità di modernizzare la zona degli ormeggi dei natanti e qui veramente, se ciò fosse progettato, il toccare l’unico praticello in riva al lago che ravviva e colora tutto il piccolo golfo sarebbe non solo un affronto al panorama ma soprattutto la prova provata che i nostri amministratori hanno una idea delle peculiarità dello stretto di Lavena del tutto difforme dalla sua storia e dalla sua importanza paesaggistica.
Da decine di anni, chi ha la fortuna di poter ormeggiare un natante allo stretto di Lavena dovrebbe sentirsi fortunato di poterlo fare in un luogo incantevole e dovrebbe essere il primo ha pretendere che non si tocchi nulla se non la messa in sicurezza delle piccole passerelle attaccate ai muriccioli. Se invece qualcuno ritiene di non volersi sporcare le scarpe per salire sulla sua barchetta e ritiene di aver diritto alle comodità può chiedere di trasferirsi agli ormeggi della fontana o accanto all’Hotel du Lac dove ci sono passerelle, servizio elettrico e acqua corrente.
Intaccare con “opere” di cemento il golfo creerebbe un precedente molto pericoloso. Chi va poi a dire a coloro che vorranno ricostruire sul terreno ex Dell’Oca che dovranno attenersi con materiali, colori e architettura alle case esistenti che sono sicuramente tutto ma non “opere moderne”?
Abbiamo un centro storico e tutti coloro che debbono e vogliono ristrutturare le loro abitazioni debbono attenersi alle norme che tutelano l’esistente. Lo abbiamo fatto in tanti. Per favore signori Amministratori perché non lo fate anche voi?
Gianluigi Pozzi