giovedì 23 febbraio 2012

Senz'acqua ?

Fontanella nel bosco, poco sopra Lavena. Foto presa il 21/1/12. Alla data del post e'completamente a secco.
Sappiamo tutti da tempo che il nostro Comune e' afflitto da problemi cronici all'acquedotto. La novita' di questi giorni e' che questi problemi, che di solito si acutizzavano nella stagione estiva, stavolta si sono invece manifestati con particolare intensita' dapprima nell'autunno, e poi poco fa, proprio nei giorni piu' freddi    da decenni. Per durata, disagi prodotti, e numero di concittadini coinvolti, la situazione sembra insolitamente  grave. A cio' si aggiunge che, sulla reale natura dei problemi, sulle loro cause, e sugli interventi per risolverli, regna una grande  incertezza. Voci se ne sentono tante, a volte contrastanti, e le poche comunicazioni ufficiali, anche a stampa,  hanno fornito informazioni singolarmente vaghe e incomplete. Viene da dubitare che siano ben pochi (sempre che ce ne siano) a sapere che cosa stia realmente accadendo; e che  quei pochi  siano piuttosto reticenti. 
Alla trasparenza ... opaca della Amministrazione noi di Radiolavena  siamo abituati, come ampiamente documentato nel blog, tuttavia questa mancanza di informazione fa montare una certa naturale esasperazione fra quei concittadini che si trovano ad affrontare quotidianamente pesanti  difficolta'  .  
Riassumiamo gli eventi piu' recenti.   La crisi di autunno e' stata dapprima attribuita, in un comunicato del Comune, ad un "abbassamento della falda" alla quale attinge il pozzo di piazza Sangiorgio. In seguito  si sono annunciati lavori "di manutenzione" (definizione abbastanza curiosa per nientemeno che il ripristino di una falda).   Pero', secondo voci raccolte, i lavori che sono poi stati compiuti avrebbero ripristinato non la falda, ma le condizioni di operativita' della parte profonda  dell'impianto, decaduta negli anni a causa di processi del tutto "fisiologici"  per  questo genere di pozzi. Ma si tratta, ripetiamo, di voci.
La crisi attuale viene invece attribuita al gelo, che avrebbe causato rotture di varie condutture, difficili da localizzare.  E' opportuno notare che anche nella vicina Svizzera si sono verificati  problemi simili, seppure  molto meno acuti; e che la' sono stati attribuiti alla combinazione fra gelo e siccita' (vedere qui ).   Sembra quindi che si abbia a che fare con due fattori concomitanti: la siccita' da un lato,  e  l'inefficienza dell'acquedotto ( inclusi guasti di varia natura)  dall' altro.
Sotto quest'ultimo profilo, la nostra rete idrica  e' notoriamente malridotta. Secondo stime recenti, il 37% dell'acqua che entra in rete va dispersa prima di raggiungere l'utenza . E' un dato un po' superiore alla media provinciale, ma abbastanza in linea con la situazione nazionale. Ma cosi' e' sempre stato, se non peggio; eppure tanto a corto di acqua non ci si era mai trovati; e quindi   questo elemento, da solo, non basta a spiegare la crisi presente. Se esso oggi diventa critico, e' perche' questo  spreco si avvia rapidamene a  diventare  insostenibile, a causa della crescente inadeguatezza del rifornimento in entrata all'acquedotto.  La quale, a sua volta, risulta dal concorso di due cause indipendenti : da una parte, la crescita dei consumi,  e dall'altra l'impoverimento delle risorse idriche per cause naturali. Di anno in anno si moltiplicano gli  allerta, vista la diminuzione sensibile dei depositi nevosi in alta quota,  e l'alterazione del regime della pioggia. In particolare, da queste parti  nel 2011 si sono visti la piu' calda primavera, ed il secondo piu'caldo autunno, dall'inizio delle registrazioni (Nota 1); e,  per restare agli ultimi mesi,  ci troviamo  in regime di siccita' fin  da settembre, salvo per qualche scarsa pioggia, e per la recente nevicata.   
E' vero che il fatto di piazza Sangiorgio si e' verificato subito dopo una (striminzita) piovuta di alcuni giorni, pero'  il rifornimento delle falde profonde non e'strettamente locale, e segue l' andamento delle precipitazioni,   solo con un significativo  ritardo .  Quanto alla recente nevicata ... poca roba! anche se il forte gelo, mantenendocela fra i piedi cosi' a lungo, puo' averci fatto dimenticare la sua reale entita' (Nota 2). Per di  piu', lo stesso gelo ne ha ritardato l'assorbimento; dal quale non c'e' comunque da aspettarsi gran beneficio, vista la eccezionale aridita' del suolo sul quale la neve e'caduta  (vedi la fontana di sorgente nella foto).   
Si deve quindi considerare l' ipotesi, che le varie crisi siano manifestazioni di una unica patologia, la cui causa remota e' la siccita', grazie alla quale qualunque genere di guasto puo' far crollare le disponibilita' sotto la soglia critica. Ma se le cose stanno davvero cosi', allora, a meno di improvvisa virata del trend climatico, di crisi dobbiamo aspettarcene ancora e ancora  .
Rimedi possibili?  (1) trovare nuove fonti di approvvigionamento idrico (2) eliminare le perdite in rete (3) entrambe le cose.
E'ovvio che (2) e (1) sono in un certo senso complementari - per es.  ridurre le perdite al 10%  avrebbe lo stesso effetto  che un aumento dell'approvvigionamento in entrata di poco meno del 43% .   Le soluzioni identificabili per (1) sono:  utilizzo di ulteriori sorgenti nel territorio ( ce ne sono alcune);  allacciamento a un bacino di Cadegliano; rimessa in funzione dell' ímpianto di Captazione a lago . L'ultima si presenta assai costosa:  infatti l'impianto e' stato fermato per via delle maligne  alghe cianoficee, e non e'   stato mai piu' riattivato  per ragioni di quattrini. Infatti  per tenere a bada  le cianoficee  occorre un diverso e molto piu'costoso sistema di filtraggio . Va pero' detto che (2) prevederebbe  costi anche piu' pesanti (Nota 3), per cui (3), che sarebbe la soluzione ottimale,  non sembra realistica con i tempi che corrono . Si tratta dunque di un problema di difficile soluzione.  
Ma e' comunque un problema assai serio, e sarebbe assolutamente stolto aspettare che si risolva da solo, rimbalzando  da una crisi all' altra, una pezza qui, un' altra la' - e magari, nelle pause fra una crisi e l'altra, impiantare  qua e la' fontane futili e  giulive. Impiego di denaro, quest' ultimo,  che nella situazione presente appare, retrospettivamente,  addirittura oltraggioso.  Occorrono interventi di lunga portata , e un preliminare ineliminabile e' che le priorita'di spesa delle Amministrazioni vengano totalmente ridisegnate. 


Nota 1FonteMeteo CH 
Nota 2: Come insegna il Sindaco di Roma, per convertire i cm di neve in cm di acqua occorre dividerli per 10...
Nota 3Uno degli argomenti piu' usati dal fronte favorevole alla privatizzazione dell'acqua e'stato proprio questo: la maggioranza dei Comuni Italiani dispone di acquedotti in condizioni disastrose, ma non ha le risorse finanziarie per ripararli .

lunedì 6 febbraio 2012

Era segretissimo/due


(precedente post del 26/12)
Possiamo dare ulteriori particolari sul progetto dell'isola artificiale sul nostro bacino lacustre. Innanzitutto si chiamerà "senza confini" ma vi si potrà accedere solo dalla sponda italiana (in questo caso i buoni uffici di Bignasca non hanno rimosso il veto delle autorità ticinesi ad un collegamento anche in territorio svizzero) L'entrata verrà fatta all'altezza della località Lido/cimitero mentre l'uscita sarà aperta di fronte all'albergo dei Pini.  Per l'approvvigionamento idrico ci si servirà dell'impianto del comune di Brusino Arsizio che riesce a depurare dalla cadaverina l'acqua che capta dal lago. Per l'inizio dei lavori bisognerà aspettare sin dopo il 2013 quando saranno  terminati i lavori sulla tratta  FS Porto Ceresio/Arcisate; infatti per il trasporto di tutte le tecnologie e dei materiali necessari si pensa di ripristinare il pontile ferroviario di Porto Ceresio. Da qui infatti con le chiatte si proseguirà sino al golfo di Lavena. Questo per ovviare alle difficoltà che già adesso gli autocarri a 5 assi incontrano transitando per la località Cantine o nella strettoia di Ganna. Durante una delle ultime segretissime riunioni dei soggetti interessati a questo avveniristico progetto é stato dato per certo anche l'interessamento di un  consigliere regionale lombardo. E' stato evidenziato come  anche in questo caso si tratterà di "oliare" i suoi buoni uffici in sede di autorizzazioni. Questa eventualità ha incontrato il netto e adirato rifiuto dello sceicco, (principale azionista di questo progetto)  il quale battendo sul tavolo il suo frustino tempestato di diamanti ha ricordato a tutti i presenti che al suo paese a chi dà o riceve tangenti viene mozzata la mano destra.