L'Italia e' il paese dei comitati "non a casa mia"
E' necessario realizzare un inceneritore per i rifiuti che tutti produciamo?
E via che arriva un comitato che raccoglie firme e adduce motivi (validi o puerili) per dire che li' nel loro paese non si puo' fare.
E' necessario realizzare una discarica, un sito di compostaggio o una superstrada?
Niente da fare nel paese prescelto arriveranno i pareri contari, no che li' non si puo' fare.
E cosi' succede anche per gli alloggi ai rifugiati, in altre parti d'Italia e come no, qui anche da noi.
Con motivazioni diverse: c'e' lo stretto vicino e potrebbero facilmente attraversarlo mettendo in pericolo la loro vita. Quando questi hanno percorso migliaia di km via mare o per deserti e vuoi che si mettano in
ambasce pensando a 20 metri di acqua?
Che c'e' vicina la scuola ed e' un pericolo per bambini e ragazzine! Quando poi la grande maggioranza delle violenze avviene tra parenti e fra le mura domestiche.
Che le guardie di confine ticinesi aumenteranno i controlli causando disagi ai frontalieri?
Peccato pero' che con l adesione al patto di Schengen in cui il presidio alla frontiera si era diradato, dopo 20 giorni sono ritornati a a fare i controlli, non come prima, ma non come fanno alle altre frontiere europee
E , in caso di rapina oltre confine, non si fanno minimamente scrupolo di bloccare il traffico dei frontalieri in
uscita la sera per la ricerca dei malviventi.
E cosi' via...
Tutti motivi per nascondere la paura dello straniero, del diverso, di cio' che non si conosce, del povero che mette in pericolo il benessere acquisito.
E pensare che in Italia ci sono 8.000 comuni e se tutti accogliessero 10 rifugiati a testa (rifugiati e non migranti economici) ci sarebbe posto per 80.000 di questi e sarebbero assimilati o integrati facilmente.
Senza contare in questi 8.000 comuni la dimensione dei grandi capoluoghi o citta.
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