 |
Fontanella nel bosco, poco sopra Lavena. Foto presa il 21/1/12. Alla data del post e'completamente a secco. |
Sappiamo tutti da tempo che il nostro Comune e' afflitto da problemi cronici all'acquedotto. La novita' di questi giorni e' che questi problemi, che di solito si acutizzavano nella stagione estiva, stavolta si sono invece manifestati con particolare intensita' dapprima nell'autunno, e poi poco fa, proprio nei giorni piu' freddi da decenni. Per durata, disagi prodotti, e numero di concittadini coinvolti, la situazione sembra insolitamente grave. A cio' si aggiunge che, sulla reale natura dei problemi, sulle loro cause, e sugli interventi per risolverli, regna una grande incertezza. Voci se ne sentono tante, a volte contrastanti, e le poche comunicazioni ufficiali, anche a stampa, hanno fornito informazioni singolarmente vaghe e incomplete. Viene da dubitare che siano ben pochi (sempre che ce ne siano) a sapere che cosa stia realmente accadendo; e che quei pochi siano piuttosto reticenti.
Alla trasparenza ... opaca della Amministrazione noi di Radiolavena siamo abituati, come ampiamente documentato nel blog, tuttavia questa mancanza di informazione fa montare una certa naturale esasperazione fra quei concittadini che si trovano ad affrontare quotidianamente pesanti difficolta' .
Riassumiamo gli eventi piu' recenti. La crisi di autunno e' stata dapprima attribuita, in un comunicato del Comune, ad un
"abbassamento della falda" alla quale attinge il pozzo di piazza Sangiorgio. In seguito si sono annunciati lavori
"di manutenzione" (definizione abbastanza curiosa per nientemeno che il ripristino di una falda). Pero', secondo voci raccolte, i lavori che sono poi stati compiuti avrebbero ripristinato non la falda, ma le condizioni di operativita' della parte profonda dell'impianto, decaduta negli anni a causa di processi del tutto "fisiologici" per questo genere di pozzi. Ma si tratta, ripetiamo, di voci.
La crisi attuale viene invece attribuita al gelo, che avrebbe causato rotture di varie condutture, difficili da localizzare. E' opportuno notare che anche nella vicina Svizzera si sono verificati problemi simili, seppure molto meno acuti; e che la' sono stati attribuiti alla c
ombinazione fra gelo e
siccita' (vedere
qui ). Sembra quindi che si abbia a che fare con due fattori concomitanti: la siccita' da un lato, e l'inefficienza dell'acquedotto ( inclusi guasti di varia natura) dall' altro.
Sotto quest'ultimo profilo, la nostra rete idrica e' notoriamente malridotta. Secondo stime recenti, il 37% dell'acqua che entra in rete va dispersa prima di raggiungere l'utenza . E' un dato un po' superiore alla media provinciale, ma abbastanza in linea con la situazione nazionale. Ma cosi' e' sempre stato, se non peggio; eppure tanto a corto di acqua non ci si era mai trovati; e quindi questo elemento, da solo, non basta a spiegare la crisi presente. Se esso oggi diventa critico, e' perche' questo spreco si avvia rapidamene a diventare insostenibile, a causa della crescente inadeguatezza del rifornimento in entrata all'acquedotto. La quale, a sua volta, risulta dal concorso di due cause indipendenti : da una parte, la crescita dei consumi, e dall'altra l'impoverimento delle risorse idriche per cause naturali. Di anno in anno si moltiplicano gli allerta, vista la diminuzione sensibile dei depositi nevosi in alta quota, e l'alterazione del regime della pioggia. In particolare, da queste parti nel 2011 si sono visti la piu' calda primavera, ed il secondo piu'caldo autunno, dall'inizio delle registrazioni (
Nota 1); e, per restare agli ultimi mesi, ci troviamo in regime di siccita' fin da settembre, salvo per qualche scarsa pioggia, e per la recente nevicata.
E' vero che il fatto di piazza Sangiorgio si e' verificato subito dopo una (striminzita) piovuta di alcuni giorni, pero' il rifornimento delle falde profonde non e'strettamente locale, e segue l' andamento delle precipitazioni, solo con un significativo ritardo . Quanto alla recente nevicata ... poca roba! anche se il forte gelo, mantenendocela fra i piedi cosi' a lungo, puo' averci fatto dimenticare la sua reale entita' (
Nota 2). Per di piu', lo stesso gelo ne ha ritardato l'assorbimento; dal quale non c'e' comunque da aspettarsi gran beneficio, vista la eccezionale aridita' del suolo sul quale la neve e'caduta (vedi la fontana di sorgente nella foto).
Si deve quindi considerare l' ipotesi, che le varie crisi siano manifestazioni di una unica patologia, la cui causa remota e' la siccita', grazie alla quale qualunque genere di guasto puo' far crollare le disponibilita' sotto la soglia critica. Ma se le cose stanno davvero cosi', allora, a meno di improvvisa virata del trend climatico, di crisi dobbiamo aspettarcene ancora e ancora .
Rimedi possibili? (1) trovare nuove fonti di approvvigionamento idrico (2) eliminare le perdite in rete (3) entrambe le cose.
E'ovvio che (2) e (1) sono in un certo senso complementari - per es. ridurre le perdite al 10% avrebbe lo stesso effetto che un aumento dell'approvvigionamento in entrata di poco meno del 43% . Le soluzioni identificabili per (1) sono: utilizzo di ulteriori sorgenti nel territorio ( ce ne sono alcune); allacciamento a un bacino di Cadegliano; rimessa in funzione dell' ímpianto di Captazione a lago . L'ultima si presenta assai costosa: infatti l'impianto e' stato fermato per via delle maligne alghe cianoficee, e non e' stato mai piu' riattivato per ragioni di quattrini. Infatti per tenere a bada le cianoficee occorre un diverso e molto piu'costoso sistema di filtraggio . Va pero' detto che (2) prevederebbe costi anche piu' pesanti (Nota 3), per cui (3), che sarebbe la soluzione ottimale, non sembra realistica con i tempi che corrono . Si tratta dunque di un problema di difficile soluzione.
Ma e' comunque un problema assai serio, e sarebbe assolutamente stolto aspettare che si risolva da solo, rimbalzando da una crisi all' altra, una pezza qui, un' altra la' - e magari, nelle pause fra una crisi e l'altra, impiantare qua e la' fontane futili e giulive. Impiego di denaro, quest' ultimo, che nella situazione presente appare, retrospettivamente, addirittura oltraggioso. Occorrono interventi di lunga portata , e un preliminare ineliminabile e' che le priorita'di spesa delle Amministrazioni vengano totalmente ridisegnate.
Nota 1:
Fonte:
Meteo CH
Nota 2:
Come insegna il Sindaco di Roma, per convertire i cm di neve in cm di acqua occorre dividerli per 10...
Nota 3:
Uno degli argomenti piu' usati dal fronte favorevole alla privatizzazione dell'acqua e'stato proprio questo: la maggioranza dei Comuni Italiani dispone di acquedotti in condizioni disastrose, ma non ha le risorse finanziarie per ripararli .