lunedì 6 febbraio 2012

Era segretissimo/due


(precedente post del 26/12)
Possiamo dare ulteriori particolari sul progetto dell'isola artificiale sul nostro bacino lacustre. Innanzitutto si chiamerà "senza confini" ma vi si potrà accedere solo dalla sponda italiana (in questo caso i buoni uffici di Bignasca non hanno rimosso il veto delle autorità ticinesi ad un collegamento anche in territorio svizzero) L'entrata verrà fatta all'altezza della località Lido/cimitero mentre l'uscita sarà aperta di fronte all'albergo dei Pini.  Per l'approvvigionamento idrico ci si servirà dell'impianto del comune di Brusino Arsizio che riesce a depurare dalla cadaverina l'acqua che capta dal lago. Per l'inizio dei lavori bisognerà aspettare sin dopo il 2013 quando saranno  terminati i lavori sulla tratta  FS Porto Ceresio/Arcisate; infatti per il trasporto di tutte le tecnologie e dei materiali necessari si pensa di ripristinare il pontile ferroviario di Porto Ceresio. Da qui infatti con le chiatte si proseguirà sino al golfo di Lavena. Questo per ovviare alle difficoltà che già adesso gli autocarri a 5 assi incontrano transitando per la località Cantine o nella strettoia di Ganna. Durante una delle ultime segretissime riunioni dei soggetti interessati a questo avveniristico progetto é stato dato per certo anche l'interessamento di un  consigliere regionale lombardo. E' stato evidenziato come  anche in questo caso si tratterà di "oliare" i suoi buoni uffici in sede di autorizzazioni. Questa eventualità ha incontrato il netto e adirato rifiuto dello sceicco, (principale azionista di questo progetto)  il quale battendo sul tavolo il suo frustino tempestato di diamanti ha ricordato a tutti i presenti che al suo paese a chi dà o riceve tangenti viene mozzata la mano destra.

10 commenti:

Pasquale ha detto...

Naturalmente è uno scherzo e non è vero niente.
Ma supponiamo per amor di discussione che questo mostro si realizzi. Noi abitanti delle cittadine a bordo lago ne guadagneremmo o ne perderemmo?
I prezzi degli immobili salirebbero o colerebbero a picco? E la qualità della vita?
Un'opera del genere attirerebbe altri investimenti in termini di infrastrutture nella zona o la impoverirebbe?

Seriamente, possiamo fare un discorso serio e pacato?

gianluigi ha detto...

L'unico discorso serio e pacato che si può ancora fare su Lavena Ponte Tresa è quello di riuscire a fermare la cementificazione degli ultimi orticelli rimasti. Se qualcuno ritiene che stò esagerando è invitato a recarsi alla chiesetta di Ardena e con un normalissimo binocolo guardare il nostro paese. Troverà appezzamenti di terreno assolutamente insignificanti che purtroppo però sono già stati presi di mira per future o già in corso costruzioni.
E se poi vpogliamo essere ancora più seri si dovrebbe chiedere ai nostri Amministratori di rendere pubblici i dati relativi alle abitazioni esistenti in particolare di quelle disabitate,o usate solo per un paio di settimane all'anno. Questi dati incrociati con le previsioni sull'aumento e/o diminuzione della popolazione dimostreranno senza ombra di dubbio che ogni licenza edilizia rilasciata è semplicemente una operazione finanziaria per pochi e non certo per i bisogni concreti della cittadinanza. gianluigi

mile.na.be ha detto...

Sull'insopportabile sfruttamento del territorio Ceresium si è espresso tante volte che un'ulteriore condanna non aggiungerebbe niente. Per rispondere a Pasquale, seriamente: non so fare previsioni così accurate da poter esibire un bilancio credibile sui pro-contro di un'ipotetica "isola" sul Ceresio. Quel che dobbiamo chiederci, tutti, è cosa vogliamo dal nostro paese, cosa pensiamo del suo futuro e cosa ci aspettiamo dalla gestione del territorio.
Quando tutto lo spazio disponibile sarà cementificato, quando le attività commerciali saranno fagocitate dalla grande distribuzione, quando e se , la Svizzera cederà alle sue spinte xenofobe e ci chiuderà drasticamente le occasioni di lavoro, cosa resterà di Lavena Ponte Tresa? Basterebbe un'isola, parco divertimenti o centro commerciale a cielo aperto, a salvarne le sorti? forse sì o forse no, ma è questo che vorremmo?

Pasquale ha detto...

La mia era naturalmente una provocazione per scatenare una discussione.
E' abbastanza ovvio e naturale essere contrari alla cementificazione selvaggia, va da sé. Ed è anche abbastanza scontato pensare di opporsi alla (ipotetica voglio sperare) costruzione di una isola artificiale nel nostro bel lago.
Tuttavia non si può contrapporre a tutto questo il completo immobilismo ed il rifiuto a qualsiasi innovazione (o rivoluzione) edilizia.
Se il rilancio dell'economia turistica passa attraverso un ammodernamento delle strutture questo non può essere escluso a priori dalla discussione, a maggior ragione se crediamo che la Svizzera potrebbe ridurre fortemente le occasioni di lavoro per coloro che vivono di qua dalla frontiera.

italo ha detto...

hai ragione Pasquale. La ostilita' ai vari lavori qui a Lavena non deve diventare rifiuto di *qualsiasi* cambiamento, in nome della nostalgia del mondo che fu. Quel mondo ormai e' scomparso per sempre, e la gente anziana (come me) spesso fatica a prenderne atto. Il rilancio della economia turistica e' una ottima cosa : ma dobbiamo stare attenti a come realizzarlo. La sua premessa *indispensabile* e' che qui ci sono delle attrattive turistiche. Se cosi' non fosse, cosa vorremmo rilanciare?
Dunque facciamo in modo che l'ammodernamento e le nuove infrastrutture non si realizzino a scapito proprio di queste attrattive, cioe' del pregio naturale dei luoghi, che e' il nostro "capitale" ereditario da sfruttare. Di infrastrutture ne servono, eccome !!! ma di "abbellimenti" proprio no. Specie se sono come quelli giu' allo Stretto. In che modo si accresce il richiamo turistico impiantando cessi e casette a capocchia, che oltre ad essere brutti non funzionano nemmeno?

Come ha scritto radiolavena una volta , per fare un esempio, e' giusto e necessario che una pizzeria adegui l'arredamento e i servizi eccetera, per mantenere e accrescere la clientela: ma sarebbe assolutamente stupido che per far posto ai tavoli si manomettesse ...il forno!!

mile.na.be ha detto...

Il primo capitale è la terra.
Il secondo capitale è l'acqua.
Il terzo capitale, impalpabile rispetto agli altri due, è la vivibilità e la qualità della vita.

Vivere bene in questo paese non può significare costruire di tutto e di più, senza avere in conto gli spazi di aggregazione sociale, di verde e di ricreazione che non siano i 200 m dell'area feste. Non può significare ignorare che da 30 anni l'acqua non è della qualità sufficiente per poterla sfruttare a fini turistici ( lidi, osservazioni naturalistiche, aree per la balneazione )e fare poco o nulla per sanare la situazione. La gestione del territorio deve passare inevitabilmente per la soluzione di questi problemi di base. Impegnare le risorse economiche,scarse per le necessità ma disponibili per "gli abbellimenti" citati da Italo, in una direzione diversa non è solo un errore, è un delitto.
E chi vi si oppone non fa polemica, fa un servizio sociale.

mile.na.be ha detto...

PS. Esempio pratico: l'acquedotto si dimostra, da mesi, palesemente insufficiente alle necessità della popolazione residente, come potremmo pensare di accogliere un flusso turistico degno di questo nome, senza garantirgli almeno l'acqua da bere?

mortodalridere ha detto...

bene che non siete morti. L'acqua scarseggia , non e' un problema . Il bide' i turisti se lo possono fare nella fontana da 90000eur

lenny54 ha detto...

Da anni si dice che si dovrebbe offrire di più in strutture per incrementare il turismo. Allora provo ad elencare cosa ci offre il territorio. Partendo da Lavena: piscina (anche se solo estiva e non in una posizione ottimale) gioco bocce, campi da tennis, giochi per bambini, campeggio (privato) giochi per bambini vicino a piazza mercato, percorso pedonale da Lavena al fiume Tresa, pista ciclabile lungo la ex-ferrovia (la "cricca del cemento" aveva provato a renderla carrozzabile con le più svariate scuse per giustificarne la realizzazione e cementificare anche la zona bosco!). Ho diemticato qualcosa? Cosa manca? Alberghi di capienza e confort sufficiente? E non i 4 attuali con un esiguo numero di camere? O cos'altro?

mile.na.be ha detto...

Dice Lenny54: Cosa manca?
1- spazi verdi attrezzati per il soggiorno temporaneo dei turisti;
2- lidi con acqua balneabile e attrezzature adeguate;
3- centri di aggregazione per eventi culturali "attrezzati" ad accogliere un pubblico di più di 30 persone;
4- albergo "diffuso" che sfrutti gli edifici vuoti, cadenti o sfitti;
5- recupero del centro storico urbano di Lavena che offra servizi adeguati al XXI secolo;
6- infrastrutture di approvvigionamento idrico adeguate alla popolazione temporanea e a quella stabilmente residente,
7- collegamenti decenti con mezzi pubblici ai centri culturali e turistici dei dintorni ( Como, Lugano, Milano...)devo continuare?
L'idea del mega-albergo è dura a morire... per quanti mesi l'anno sarebbe vuoto o quasi? Se e quando dovesse dimostrarsi un investimento antieconomico e dovesse chiudere, che ne faremmo dell'"elefante bianco" a cui sacrificheremmo altro territorio, altro paesaggio e altra spazio vivibile? Non è più tempo di dire"intanto facciamolo e poi vediamo come va"...