mercoledì 24 febbraio 2010

Area Feste: dalla Regione niente soldi

GL Pozzi ci informa :

tanto tuonò che...NON piovve. Il 9 febbraio il progetto per ristrutturare l'area feste è stato bocciato. Quindi ...no soldi del bando...no strutture! Comunque se a chi ritiene di poter essere contento faccio semplicemente presente che la cucina esistente NON E' A NORMA e che quindi, o diventerà un monumento allo spreco di denaro pubblico (classica cattedrale nel deserto) oppure dovrà essere ingrandita e ristrutturata e questo con i soldi che il Comune NON ha! (perciò avanti con i debiti).
Se qualcuno ha il desiderio di vedere dove vanno i soldi in regione lombardia si guardi l'esito del bando allegato.
Buon divertimento
Gianluigi

Dal "bando allegato" (che non possiamo riprodurre qui, e' un pdf voluminoso e di scarsa qualita') apprendiamo che sono stati presentati 66 progetti, e 13 di questi, incluso quello che ci riguarda, sono stati dichiarati "non ammissibili" . Nel caso di questo progetto, la ragione dichiarata e' che "non rispetta il punto 7 del Bando". Non si tratta di un giudizio di merito sul progetto (cioe' non si valuta se e' bello brutto, sensato o no, appropriato o fuori posto), semplicemente si ritiene che esso non rientri nella tipologia prevista dal bando. Per sapere cosa c'e' al pto 7 del bando cliccare qui.

martedì 16 febbraio 2010

Arriva il Bennet

Ricevuto da GL Pozzi:


“Ci risiamo; o meglio siamo al capolinea Bennet. E si perché a quanto pare tutti i ricorsi fatti da chi aveva un interesse “commerciale” contro il progettato supermercato sono stati persi e quindi da “consumatore” ho la gioia di comunicare che fra un po’ di mesi avremo un altro punto di vendita dove fare la spesa. La gioia poi raddoppia se penso a quanto il nostro Comune incamererà per le opere pubbliche! Finalmente una bella notizia! Però…mi viene il dubbio che anche per questo “vantaggio” io e gli altri cittadini del nostro paese dovremo pagare un pegno; quello della viabilità. Mi sa che se nei fine settimana desidererò andare a Ponte per fare acquisti o anche solo a bere un caffè dovrò alzarmi all’alba!
Lasciamo l’ironia che molte volte è il miglior antidoto contro il mal di fegato e vediamo la cosa seriamente. Attualmente i fine settimana sono per il nostro paese un ingorgo automobilistico continuato. Non è colpa di nessuno se c’è il ponte doganale (o forse un po’ di colpa è di chi a suo tempo si è opposto al suo trasferimento al Madonnone) e tanto meno si può incolpare il mercato del sabato. Ma appunto per questo perché permettere un centro commerciale a monte di via Colombo che giocoforza confluirà il già caotico flusso delle auto su due direzioni obbligate – da e per la svizzera - aumentando in modo esponenziale la durata delle code, l’inquinamento dell’aria ecc. ecc.?
C’è veramente qualcuno che può affermare senza arrossire che meno di 5000 abitanti hanno bisogno di un Bennet dislocato lontano dal centro e quindi non vicino ai piccoli negozi che potrebbero raccogliere qualche briciola, visto i supermercati che già ci sono? A già, ci sono i clienti elvetici i quali dopo essere stati qualche ora in colonna per arrivare al Bennet, faranno la spesa, metteranno la stessa nel baule, e poi scenderanno a piedi nel centro del paese a bersi un caffè per poi ritornare in su a prendersi la macchina e rimettersi in colonna per rientrare a casa loro. C’è qualcuno dagli occhi azzurri che crede che ciò sia possibile o invece succederà che chi andrà al Bennet non vedrà l’ora di rimettersi in colonna per lasciare il nostro ridente paese? E in questo caso cosa porterà a Lavena Ponte Tresa il centro commerciale oltre ai gas dei tubi di scappamento ed a un ulteriore concorrenza ai piccoli commercianti che sono sempre stati la spina dorsale del nostro paese? Nulla o poco più.
Un ultima osservazione. Per permettere il flusso delle auto al centro commerciale dovranno fare una rotonda che, per chi scende da Marchirolo, è progettata subito dietro a una curva! Chi ha dato il permesso di viabilità molto probabilmente conosce solo dei disegni e non è mai venuto a controllare personalmente la situazione perché se così non fosse dovrei pensare che per lo meno la questione non sia stata ben approfondita.
Un ultimo punto è quello dei posti di lavoro. Io sarei lieto se il nuovo centro commerciale riuscisse ad assorbire almeno in parte chi a causa sua rimarrà disoccupato perché i casi sono due: o sarà un flop perché il caos viabilistico farà scappare la voglia di arrivarci oppure si mangerà una buona fetta del commercio esistente perché il budello stradale esiste ed è un ostacolo insormontabile per permettere quel grande aumento dell’utenza che viene a Lavena Ponte Tresa in auto che sarebbe necessario per mantenere l’attuale affluenza anche agli attuali punti di vendita.
Gianluigi Pozzi

domenica 14 febbraio 2010

"SCUDO FISCALE" - Come finirà?

Riceviamo da Franco Aldini (sull'argomento vedere anche i post del 4/11 e del 30/11):


Considerata l'azione di governo in merito al cosidetto "scudo fiscale" viene spontaneo chiedersi quali criteri il governo adotti nell'elaborare leggi tali, tanto da creare panico e sgomento tra i lavoratori (che comunque hanno sempre pagato le tasse sul loro sudato guadagno), facendoli poi passare per evasori fiscali. A Roma i ministri "padani" dovrebbero essere a conoscenza del "popolo del frontalierato", quindi perchè mettere questa categoria di lavoratori sullo stesso piano di chi per anni ha esportato illegalmente grandi capitali, spesso denaro sporco poi riciclato, per reimpatriarli a basso costo fiscale?


Non e' danneggiando i lavoratori che si risolvono i problemi della nazione. Ai partiti di governo e di opposizione latitanti di fronte al problema, viene da dire ora - "Roma ladrona"- come diceva qualcuno nei tempi trascorsi, una Roma, che con il nuovo governo è cambiata, ma "ladrona è rimasta". E' necessario che ai lavoratori frontalieri si applichi integralmente la Convenzione italio/svizzera come finora è stato dal 1974, con quell'accordo bilaterale, raggiunto grazie alla mobilitazione dei lavoratori stessi, che sancisce il sacrosanto diritto di salvaguardare le proprie sostanze economiche, con tutto ciò che ne deriva, quale frutto del lavoro all'estero. Oggi purtroppo, i lavoratori frontalieri sono disorientati e disuniti; non hanno piu' la forza di un tempo.

Non tutti sono bene informati sulle procedure da seguire per regolarizzarsi con il fisco, ma tutti sanno perfettamente che dovranno pagare ulteriormente, con costi aggiuntivi non indifferenti che le procedure burocratiche impongono. Alcuni sindaci della Val Ceresio e della Valsolda, facenti parte del "Consorzio dei Comuni di frontiera", coadiuvati dalle organizzazioni sindacali, si sono posti il problema e, se non altro, hanno fatto sentire la propria voce, raggiungendo intanto l'accordo di non fare tassare il 2. pilastro, che altro non è che un elemento di supporto alla pensione di vecchiaia.
E l'AMMINISTRAZIONE Comunale, TUTTA (maggioranza e minoranza) di Lavena Ponte Tresa che fa? TACE! Il SINDACO, che addirittura è il Presidente del Consorzio dei Comuni di fontiera che dice? NULLA!

Ciò non è solo deplorevole, ma vergognoso!
E' vero che ogni popolo ha il governo che si merita, ma non fino a questo punto!

La situazione occupazionale nel Canton Ticino diventa sempre piu' difficile e talune forze politiche fanno pressione per limitare l'occupazione ed i salari ai frontalieri. Va ricordato inoltre, che il nostro comune riceve gran parte del ristorno delle tasse pagate alla fonte dai frontalieri. Non va dimenticato che i frontalieri sono una colonna portante dell'economia del paese. Si pensi all'entità dei ristorni e al giro d'affari che i loro stipendi mensilmente creano, dando lavoro e conseguente guadagno a tutte le imprese ed al commercio locale. Quindi non evasori, ma semmai portatori di ricchezza di cui il nostro comune ha oggi sempre piu' bisogno. Si ricordi anche che le risorse in caso di perdita del lavoro non sono piu' garantite a questi lavoratori. Cosa farà allora l'Amministrazione nel caso in cui i cittadini frontalieri saranno disoccupati?
Pertanto, se ancora nessuno l'ha fatto, chiedo al Sindaco Pietro Vittorio Roncoroni, (anche) quale "Presidente del consorzio dei Comuni di frontiera" d'indire un'Assemblea urgente e pubblica del Consorzio presso la palestra comunale di Lavena Ponte Tresa per:
.- fare il punto e dibattere sullo Scudo Fiscale in quanto ritenuto legge iniqua
.- applicazione della Convenzione italo/svizzera come finora dal 1974 ed esclusione dei frontalieri dall'obbligo dello scudo fiscale
.- garantire l'indennità di disoccupazione in caso di perdita del lavoro (stabilire quindi nuovi accordi bilaterali tra I/CH)
.- infine redigere un documento unitario firmato (possibilmente) da tutti i sindaci del consorzio da sottoporre al ministro del tesoro

sostenendo così l'interesse vero del Comune e dei propri concittadini che, ripeto, sono la linfa dell'economia del paese.

Fanco Aldini

Nota nserita il 21/2/10: Varese News a proposito di un incontro svoltosi aPonte su questo tema.
clicca qui

martedì 2 febbraio 2010

"I crotti"

sul sito del comune e' appena apparso un documento riguardante l'intervento in preparazione in zona "ex-Bagatt" del quale abbiamo parlato in un post recente , denominato, chissa' perche', "I crotti". Cliccate qui, leggete, commentate.

Aggiunto l'8/2:
In zona "ex-Bagatt" si susseguono da anni interventi pesanti, che ormai hanno compromesso definitivamente l'aspetto di quella localita' storica. Chi non ne fosse al corrente trovera' almeno 4 post in questo blog dedicati a questo argomento sul finire del 2007. Se e quanto quegli interventi fossero giustificati da ragioni di necessita' non tocca a noi di dire, ma il dubbio e' lecito, che - come dire? - la tutela del paesaggio non sia sempre stata in alta priorita' (mettiamola cosi'). Adesso questo documento
- minimizza l'impatto sul paesaggio di questo nuovo intervento, che anzi viene presentato come un auspicabile adeguamento all'esistente. Considerato che bella roba e' "l'esistente" grazie agli sforzi precedenti, questa e' una valutazione non proprio positiva. Senza volerlo, suona quasi come un "tanto, allo stato in cui siamo... ".
- nobilita !! gli sfregi al versante alle spalle del luogo, come "interventi di ingegneria naturalistica"
(risate , urlacci , cachinni vari in platea).
Frattanto, dato che l'ingegneria e' il lavoro degli ingegneri, potremmo sapere chi e' l'ingegnere cui si deve la concezione del bel lavoro gia' svolto ?

Ricorderete che l'intervento che ha "depilato" il versante boscoso ha suscitato non poche polemiche, e in quella occasione la amministrazione si e' alquanto defilata dietro alla comunita' montana. Adesso e' uscita allo scoperto: dignifica il disboscamento, e si fa parte attiva in tutta la faccenda.
Insomma si avvia a sdoganare l'intero pacco, dalle origini ai giorni nostri. Speriamo che ci ripensi. A rischio di ripeterci, ci sono modi migliori per passare alla storia.
Infine, e ancora piu' importante: l'impatto ambientale, sulle acque in particolare, che viene minimizzato nel documento, dipende invece in modo cruciale da cosa c'e' in ballo per la "spiaggetta" e il pontile...e qui il documento e' oltremodo vago. Come altri si sono gia' chiesti, il pontile a che serve? a ispezionare le pompe di captazione che non captano niente? o non piuttosto alle "piccole imbarcazioni" (quante?) ad uso delle quali si prevedono opere per la messa in acqua?
Ci pare proprio che qui si prepari un nuovo porticciolo. Piccolo? difficile crederci. Da quelle parti, le iniziative non si sono mai distinte, finora, per particolare timidezza.

La documentazione relativa al piano e' accessibile qui

(aggiunto il 22/5/10) Non e' piu' accessibile.