mercoledì 12 agosto 2015

Migranti a Lavena Ponte Tresa?

Si fanno sempre piu' insistenti le voci e le conferme all'arrivo di rifugiati a Lavena ponte Tresa. Si parla di qualche decina di persone che verrebbero ospitate nella caserma in disuso della Guardia di Finanza.
Come sempre si leveranno pareri diversi sulla opportunita' di dare asilo a queste persone. Molti di quelli che giugono  (e come giugono ben  lo sappiamo) sono rifugiati "economici" e molti sono anche quelli che scappano da guerre e persecuzioni. Le cifre ufficiali parlano quindi di 8.000 rimpatriati su 18.000 identificati.

Perche'  dare ospitalita a questi immigrati?
Perche' il 95% delle persone viventi a Lavena Ponte Tresa sono immigrati o figli di immigrati.
Perche' lo spazio c'e' e non incideranno piu' di tanto sull'economia nazionale; infatti l' Unione Europea  sovvenzionera' sia per quanto riguarda la sicurezza, sia per quanto riguarda l'ospitalita' con circa 500 milioni di euro il nostro paese.
Perche' durante la seconda guerra mondiale molti italiani fuggirono e si salvarono all'estero ( tanti nella vicina Svizzera) per fuggire dalla guerra e dalla persecuzione nazifascista.      
Si all'ospitalita' perche' e' un atto di civilta', di ragione, di natura umana che ci differenzia dal regno animale.

Quanto poi all'argomento che la presenza di rifugiati sulla zona di confine non sarebbe vista di buon grado dai vicini ticinesi e porterebbe ad un inasprimento delle relazioni frontaliere.
E' bene ricordare che senza alcun problema il Ticino ha richiesto il certificato del casellario giudiziario a molti lavoratori frontalieri.
Che la loro economia si e' basata per molti anni sul riciclaggio di denaro"sporco" della criminalita' organizzata e di dittatori di paesi dai quali proprio molti dei rifugiati provengono.
E sempre in materia di sicurezza, e' bene ricordare che a poche centinaia di km dai nostri confini esistono centrali nucleari svizzere molto piu' pericolose di qualche decina di rifugiati.

2 commenti:

gianluigi ha detto...

Sono un emigrato.....quindi condivido il commento. Quello che però non mi piace è che tutti parlano del "dovere" di accoglimento ma nessuno...ripeto nessuno parla di un programma di integrazione!!! Arrivano delle persone...le mettiamo in una ex caserma...diamo loro un tetto e i pasti giornalieri...la Caritas provvederà a vestirli...tutto bello e gran sollievo alle nostre coscienze piu o meno "cristiane"! Ma se si pensa bene, se ci immedesimiamo in esseri umani come noi che per mesi se non per anni vagabonderanno per il paese e passeranno giornate vuote e inutili nella speranza di avere un pezzo di carta per poter andare dove pensano di trovare un lavoro e una vita nella comunità allora qualche dubbio su quello che riteniamo sia giusto dovremmo averlo!!! Ormai sappiamo che quanto succede non sarà una cosa transitoria e quegli Enti sovranazionali che parlano di mezzo miliardo di persone pronti "a buttarsi a mare" pur di raggiungere "le terre promesse???" dovrebbero - con la loro autorità - essere i primi a chiamare a rapporto il cosi detto "mondo civile" affinchè vengano fatti tutti quegli interventi "DI INTEGRAZIONE" senza i quali certe accoglienze rimarranno la foglia di fico per le nostre coscienze e il bancomat per chi ci sta facendo affari da nababbo.

italo ha detto...


d'accordo, GL (comincio a preoccuparmi). Se non la piantiamo di ragionare per slogan siamo persi.