giovedì 11 giugno 2020

Era il 1990....

Era il 1990 e l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Sanna  aveva messo in cantiere la riattazione e asfaltatura della vecchia linea ferroviaria. Dal bivio della strada verso Cadegliano, prima di Piacco, sino alla zona "Cantine" in fondo a Lavena la strada sarebbe stata adattata a transito automobilistico. Il sedime era stato acquistato ed erano stati stanziati ben 350 milioni di lire per le opere.
Qualcuno aveva visto la prima pietra di una pericolosa espansione urbanistica e si era creato un movimento di opinione contrario alla realizzazione.
Le rassicurazioni dell'amministrazione, presa con le mani nella marmellata, furono tante:
- i terreni limitrofi alla nuova arteria non sarebbero stati edificabili 
- c'era un vincolo idrogeologico e inoltre la zona non era servita da luce-acqua-gas
- la strada sarebbe stata utilizzata solo in alcuni giorni della settimana solo per i frontalieri
- era solo una strada "tagliafuoco" per eventuali intervento per incendi
Rassicurazioni che venivano snocciolate man mano che l'opinione contraria prendeva corpo in paese.
350 milioni per una strada tagliafuoco?
350 milioni per una strada solo per alcuni giorni e per i frontalieri?
Nel contempo i pescecani del cemento interpellavano una signora di Lavena proponendo l'acquisto di terreni adiacenti alla linea di questa  vecchia ferrovia!!
A distanza di 30 anni si e' visto come vincoli e assenza di servizi possano essere facilmente scavalcati.
E alla luce di quanto accaduto nei giorni scorsi quanto sia stata miope e stravagante la mira di espansione dell'amministrazione comunale di allora.
La protesta del "no alla bretella" si concretizzo' con la raccolta di 1.500 firme e alla fine il fumoso e antiambientale progetto venne accantonato.

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