giovedì 8 aprile 2010

Scempi pubblicitari: prendiamo esempio?

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Racconta come amministrazioni illuminate si siano ricordate che - tra gli svariati doveri che spettano a un amministratore locale - c'è anche la tutela del territorio che amministra e come i suddetti amministratori abbiano quindi deciso di interrompere l'eccidio paesaggistico perpetrato negli anni dei cartelloni pubblicitari. Come? Vietandoli definitivamente.
A Lavena Ponte Tresa si è timidamente cercato di regolamentare almeno la dimensione dei cartelloni pubblicitari, ma l'iniziativa sembra essere stata subito abbandonata.Nei comuni limitrofi, poi, sembra non esistere un limite alla capacità di infilare un altro, sproporzionato cartellone in spazi vuoti sempre più risicati. Si sa, la pubblicità è l'anima del commercio e l'idea di commercio "ad ogni costo" è un'ossessione senza cura dalle nostre parti, ormai da molti anni.
E così la pubblicità brutta non può che essere l'anima di un commercio che non punta più alla qualità del servizio offerto a pochi affezionati cliente ma alla quantità di clienti meteore che riesce a catturare.
E così gli automobilisti di passaggio nelle nostre strade sono bersagliati, assaliti dalla proposta di un ristorante cinese, poi da quella di un ristorante pizzeria, poi da quella di un sushi bar, intervallate - perché no - dalla proposta di un centro per il fai da te e di un negozio di abiti da sposa: il viaggiatore di passaggio non ha neppure il tempo di pensare a un suo bisogno, che il commercio locale già è in grado di soddisfarlo. E in questa offerta compulsiva i nostri scorci scompaiono e i nostri campanili sembrano appiattirsi per la vergogna di questa coabitazione forzata con il brutto.
L'ambiente in cui viviamo non è forse una ricchezza? Non solo per noi fortunati che in questo ambiente viviamo ma anche in una prospettiva più meramente economica, a patto di declinare finalmente in modo sensato la frase che riempie la bocca di tutti i nostri amministratori locali: sfruttamento del turismo. Allora, sfruttamento del turismo non deve per forza corrispondere a costruzione sproporzionata, a insegne luminose o a giostre chiassose. La qualità del turismo può stare anche nelle emozioni che un luogo è in grado di suscitare in chi lo visita; e sono quelle stesse emozioni a fare sì che il visitatore RITORNI nel luogo che è in grado di suscitarle. Questo tipo di qualità è più difficile, ma non impossibile, da misurare a priori, anche in termini economici. Tuttavia, zone come la Valtellina ci insegnano che la strada della qualità, anche se spesso è quella meno popolare, è quella che, alla fine, paga.

3 commenti:

Renato ha detto...

Forse è per questi nobili motivi che è stato rimosso (grazie a chi l'ha deciso !!) il "tabellone pubblicitario" posto al lungo lago di Lavena ??


turista per sempre

mile.na.be ha detto...

In epoca di web e internet la pubblicità stradale mi pare del tutto obsoleta... anche in relazione ai sempre più numerosi annunci di "spazio a disposizione" che si vedono in giro, io spero che si tratti di una tendenza irreversibile.
Quanto allo sfruttamento del turismo ( il nostro petrolio, come diceva qualcuno)quel che dobbiamo offrire ai nostri ospiti dovrebbe essere un paesaggio armonioso e piacevole, acque e aria pulita, svago e relax in attività a contatto con la natura.
Non avendo terme, spiagge, monumenti e scavi archeologici è questo il patrimonio da valorizzare.
Ciascuno di noi rifletta se le scelte fatte sin qui vadano in questa o in altre direzioni.
D'altronde a Roma si è lasciato crollare il criptoportico della Domus Aurea perchè è stato ricoperto di terra, mancando i fondi per ulteriori scavi e consolidamento.
Il pesce puzza dalla testa.

mile.na.be ha detto...

A proposito di lungolago, nell'ultimo consiglio comunale si è messo a bilancio un intervento di 200000 Euro per una non meglio definita "riqualificazione" ( brrr!)del tratto che va dal campanile alla zona dei ristoranti.
La cosa preoccupante è che nemmeno l'agguerritissima ( si fa per dire) opposizione sa di che cosa si tratti.Qualcuno ha sentore di cosa bolla in pentola?