venerdì 7 agosto 2020

C'era ( e c'e' ancora) la possibilita'...

Nel periodo di confinamento in casa (per gli inglesizzati "lockdown) a causa del virus, c'era la possibilita' di precettare medici e infermieri  frontalieri e spostarli a lavorare negli ospedali italiani in piena emergenza.

E' una possibilita' e non e' stato fatto; forse nessuno ha pensato a una misura cosi' estrema, forse chi di dovere non lo sapeva, forse si e' preferito non scontrarsi con le controparti elvetiche. Coi risultati che tutti conosciamo e con turni a dir poco massacranti per il nostro personale sanitario.

Nel contempo non si aveva la stessa attenzione da parte elvetica: numerose frontiere chiuse , interminabili ore di coda per andare a lavorare in Ticino. Ci hanno considerato degli appestati quando le provincie di Varese e Como non erano tra le piu' colpite.

Dopo svariate lamentazioni da parte di deputati italiani alla fine qualche frontiera era stata riaperta ed e' ripreso anche il commercio nelle zone di confine.  Insomma dovremmo ricordarci di piu' dei valori in campo e non pensare di doversi approcciare ai vicini elvetici sempre con il cappello in mano.

Per non parlare del governatore Fontana che in piena pandemia ha trovato il tempo di concordare con il suo omologo ticinese un documento sui frontalieieri scandaloso e inenarrabile, passando sopra le teste dei lavoratori, dei sindacati e del governo nazionale (l'unico a poter contrattare con la controparte elvetica)-

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