giovedì 14 febbraio 2008

Tocca ai platani

Ieri 13 febbraio e' stato abbattuto uno dei platani secolari sullo stretto, e precisamente il primo che si incontrava provenendo dal Monumento . L'abbattimento si e' reso necessario, perche' l'albero e' risultato affetto dal cosiddetto "Cancro Colorato dei Platani", che, nonostante il nome, non e' una neoplasia, ma bensi' una malattia di origine fungina. Tuttavia e' una malattia letale e contagiosa, che ha gia' causato la morte di numerosissimi platani in tutta Italia, e ha motivato l'adozione di misure severe di prevenzione a livello nazionale e regionale. Vista la normativa vigente (reperibile al link "platani" nella colonna di destra) , questo intervento sembrerebbe essere stato assolutamente ineluttabile . Tuttavia, per fortuna, gli altri platani non sono risultati contagiati.
Noi non sappiamo come insorga questa malattia, e puo' anche darsi che si tratti di un evento casuale e imprevedibile; ci documenteremo. Pero', quali che ne siano le cause, per il momento non ci sembra azzardato ritenere che l'incuria e l'abbandono la favoriscano. Dovremo allora ricordare che da almeno tre anni, e nonostante ripetute segnalazioni a chi di dovere, i platani sullo stretto non vengono sottoposti a nessun tipo di intervento di pulizia e/o risanamento delle ferite (v. nota) .
Adesso, se qualcosa puo' essere fatto per tutelare i platani superstiti, venga fatto. E speriamo che qualche "arredatore" improvvisato non ci veda l'occasione per mettere in atto una nuova pacchiana "riqualificazione".



Nota: Le ferite, apprendiamo , sono le vie principali attraverso le quali il fungo infernale aggredisce i platani

16 commenti:

enrico somersalt ha detto...

Comunque questi interventi di tutela *non* devono prevedere potature. Infatti
leggo in rete che la potatura dei platani superstiti e' *proibita*, per lo meno entro un anno dall'abbattimento di quelli infetti.

Luca ha detto...

Come ho gia' scritto alla redazione Radio Lavena secondo il mio parere e secondo quanto scritto nelle normative del Servizio Fitosanitario Regionale le modalita' dell'abbattimento del platano non sono state regolari visto l'alto livello di contagiosita' di queste spore fungine...!

chukito4 ha detto...

concordo sul fatto che l'abbattimento del primo platano fosse ormai (purtroppo) necessario. Ma qualcuno mi sa spiegare perchè verrà tagliato anche il secondo, che è ancora sano?

radiolavena ha detto...

caro Luca: non abbiamo ricevuto il messaggio di cui parli, Per favore controlla !

mile.na.be ha detto...

Ho reperito presso l'ufficio tecnico sia l'ordine di abbattimento che la documentazione dell'ispezione ad esso relativa, dalle quali si evince quanto segue:
il platano n.1 era infetto ( referto di analisi 696/07 del servizio fitosanitario regionale)
il platano n.2 è risultato essere un tiglio(!), per cui l'abbattimento della pianta confinante non è necessario;
ciò che ha rilevato Luca è verissimo, e Legambiente Ceresium lo ha denunciato al responsabile della pratica , Dr. Perucca in Regione;
anche quello che dice enrico somersalt è sacrosanto, metterò sull'avviso l'ufficio tecnico comunale domani mattina, perchè oggi non c'era più nessuno.

mile.na.be ha detto...

Ancora sui platani.
L'ufficio tecnico protesta che le operazioni di taglio sono state seguite dall'arch. Sartorio
( consulente ?) e che a lui vanno chiesti i chiarimenti. Mi riservo di farlo in settimana.
Pare che i teli di protezione fossero presenti, ma che i limiti temporali di rimozione della segatura non siano stati rispettati alla lettera; la disinfezione della ceppaia è stata fatta con spolvero di calce , anche se, forse, non alla profondità prescritta.... insomma, tutto è stato fatto (più o meno)in modo approssimativamente corretto. Si potrebbe eccepire sull'approssimazione, ma ... in mancanza di documentazione incontrovertibile, vale tutto e il suo contrario.
Mi verrebbe una considerazione amaramente qualunquista sulla paternità di un simile procedere, ma transeamus.

mile.na.be ha detto...

ah.. dimenticavo, Legambiente Ceresium ha il documento di Luca, ma non intende divulgarlo senza il suo permesso. Radiolavena può chiedere all'interessato,o Luca può autorizzarci sul Blog. ( legga bene la rettifica, la lettera alle autorità in realtà non è così drasticamente perentoria e non sarà ritrattata).

picchio rosso ha detto...

Quando sono arrivato a Lavena(esattamente 35 anni fa) lasciando la mia verde Irpinia,rimasi molto impressionato nel vedere dei platani molto grandi e vecchi,erano bellissimi,nonostante ciò qualcuno diceva che purtroppo erano malati,ma con delle cure appropriate si poteva forse salvarli,parliamo di oltre trenta anni fa,da allora nulla è stato fatto,dico nulla,se non una periodica potatura e l'eliminazione dei rami pericolosi.
Cosa ci vuole ancora per capire che il volto umano di Lavena stà scomparendo?
Quanti alberi sono stati sacrificati per cercare di dare un senso a tutte quelle brutture inutili,compreso quella cambiale scaduta della piscina,giu alberi per far posto ad alberi di cemento che non daranno più a nessuno quel senso di appartenenza alle proprie radici.

radiolavena ha detto...

dal solito poeta anonimo:


IL PLATANO ABBATTUTO


Dov’era l’ombra or gran luce spande
il vuoto, né più stormir lo senti.
La gente dice: era antico e grande.

Pendono qua e là attorno diversi
avvisi sul mal che l’ha colpito.
La gente dice: quanti ricordi persi!

Ognun dice la sua e scorato
guarda i pezzi portar via di là.
Nel ciel risuona il grido disperato
di augel che non più il nido avrà.

P.S. ( pensiero sospetto)

In mezzo, il tronco bianco fa pensare
che se più attenzion ci fosse stata
forse il centenario si potea salvare.

agronomo72 ha detto...

Ciao a tutti, mi chiamo Pasquale Cropanese e sono l'Agronomo che da pochi gg. svolgo consulenza per il verde comunale di Lavena P.T.
Posso assicurarvi che i lavori di bonifica dell'area secondo quanto previsto dalla cicolare dell'Osservatorio, sono stati fatti. E' stato steso il telo di copertura, è stata distribuita calce viva sulla ceppaia residua, è stato abbassato il livello della stessa, inoltre sono stati usati i sali quaternari di a. per distruggere eventuali spore fungine presenti sui resti di segatura. Nessuno potrà garantire che le restanti piante non vengano colpite nonostante gli acorgimenti adottati, anche perchè il focolaio d'infezione in quel sito esiste e nessuno lo puo' negare. Vi ricordo che anche a Luino alcuni anni addietro si è verificata la stessa situazione, come anche a Laveno M. Speriamo di essere piu' fortunati e che l'infezione non dilaghi!
Saluti
Dr. Agr. Pasquale Cropanese
pasc72@libero.it

enrico somersalt ha detto...

La comparsa del dott. Cropanese, e la sua disponibilita' ad interloquire, potrebbero essere buone notizie. Staremo a vedere: per intanto, gli faccio i miei auguri...temo che ne abbia bisogno. Anche senza fatalita'come questo cancro, il "verde comunale" e' una specie a rischio di estinzione. Un colpo ieri, un altro oggi, domani... si salvi chi puo', il cemento avanza inarrestabile. Chissa' come mai, ad ogni nuovo intervento il verde comunale diminuisce - di poco o di tanto , ma diminuisce. Neanche per scherzo capita mai che aumenti - nemmeno mettendo nel conto le leziosissime fioriere. Cosi', spero proprio che al dott. Cropanese non tocchi un compito da "missione di interposizione", sullo stile della Bosnia. Per il momento: anche l'osservatore inesperto, guardando in su, puo' notare che i platani superstiti sono sbrecciati, e comunque malridotti alle sommita' dei tronchi; ho letto, che gli sbreghi sono la via attraverso la quale penetra l'infezione; e mi hanno detto, che nel caso del platano abbattuto si e' constatato, che essa era appunto proceduta dall'alto. Allora, non e' il caso di intervenire in qualche modo ? Ricordo che sui platani di viale Aguggiari a Varese - quelli che non furono abbattuti - qualcosa fu fatto.

mortodalridere ha detto...

la prima impresa del Danesi all'ex-Bagat fu l'eliminazione di vari alberi, inclusi alcuni platani. Dicevano che erano ammalati. Di quale malattia? Si puo' trovare questa informazione in qualche ufficio?

picchio rosso ha detto...

Pensare che una scodella, piena di terra artificiale ed un fiore,possano sostituire l'equilibrio della natura,è convinzione di certi amministratori,molto attenti a non dispiacere ambienti economici che operano sul territorio,con tutto il rispetto del dott.Cropanese che fa semplicemente il proprio mestiere.

Unknown ha detto...

farete bene a stare attenti. A me l'intervento dell'agronomo sembra mirato a "mettere le mani avanti". Voi nel post avete scritto "se qualcosa puo' essere fatto", ma su questo lui non dice niente. Invece dice "nessuno puo' garantire". Mi pare che nessuno abbia chiesto "garanzie", ma solo qualcosa di piu' della totale passivita' in attesa del peggio.

radiolavena ha detto...

c'e' un nuovo intervento di Mile.na.be sui platani, ma e' andato a finire sotto il post che segue (" a forza di novita'".

gianluigi ha detto...

Dopo tante parole non vorrei che la questione platani venisse rimpiazzata da qualche altra "invenzione" dei nostri amministratori e quindi desidero comunicare a tutti che oltre due settimane fa ho scritto al Dott. Montorsi della Comunità Montana chiedendogli lumi sull'abbattimento dei due grossi platani dell'area Bagat che sparirono dalla mattina alla sera alcuni anni fà. Gli ho fatto presente che la mia richiesta aveva anche lo scopo di appurare se la malattia che si è evidenziata ultimamente sul lungo lago c'era già su i platani del Bagat. Logicamente sino ad oggi non ho ricevuto risposta alcuna e penso di non riceverla mai e quindi proporrò alla LA Ceresium di inviare una richiesta ufficiale di chiarimenti al nostro Comune che, visti i precedenti, ci dirà che la responsabilità non è loro ma della Comunità Montana ma questo ci darà la possibilità di inoltrare una richiesta ufficiale con tutti i crismi di legge.